martedì 25 ottobre 2011

29 Ottobre - Sala Teatro Planet

UNA VITA DI MERDA
di FRANCESCO RANDAZZO

con Germano Germani
regia di Mario Fedele

Sabato 29 Ottobre 2011
Sala Teatro Planet - via Crema, 14 • Roma
h. 21 - INGRESSO LIBERO

Emblema della precarietà e della brevità della vita, uno stronzo - sì, avete capito bene - penzolante dalle natiche di un extracomunitario chiuso nella latrina di un cantiere, trova il dono della parola grazie alla combinazione di agenti chimici e deodoranti presenti nel bagno: giusto il tempo di raccontarci un po’ di lui e fare due chiacchiere sulla teologia delle feci prima che precipiti e non ci sia più... Ma il finale, svelerà la realtà atroce e disumana di quel che è veramente successo.
Edito nel volume “Con l’insistenza di un richiamo”, Lupo Editore, 2009, finalista al Premio Carver 2010. 

28 Ottobre - Teatro India Sala In

"In altre parole" - Rassegna di drammaturgia internazionale - VI edizione
28 ottobre 2011, ore 19:00, Teatro India

"Isabell" di Johanna Kaptein

con Tony Allotta, Rossana Veracierta e Andreea Togan
diretti da Francesco Randazzo
 Leggi la scheda sul sito della rassegna.

martedì 4 ottobre 2011

dall'11 al 23 Ottobre 2011 "J&H" al Teatro dell'Orologio

STAMPANDO L'IMMAGINE E PRESENTANDOLA AL BOTTEGHINO SI AVRA' DIRITTO A DUE BIGLIETTI A PREZZO RIDOTTO. VALIDO FINO AD ESAURIMENTO POSTI, PERTANTO E' CONSIGLIABILE PRENOTARE TELEFONICAMENTE AL NUMERO DEL TEATRO 06.6875550

TEATRO DELL'OROLOGIO – SALA GASSMAN
via de' filippini, 17/a – 06.6875550
Dall' 11 al 23 ottobre 2011
tutte le sere ore 20,00 – domenica ore 18,30 – lunedì riposo

Ingresso: 10,00 – 8,00 – incentive 1,00 - tessera associativa teatro €2,00

Ostinati a.c. Officina Teatro
presenta
J & H
Doppelgänger Suite

Variazioni su R. L. Stevenson
di Francesco Randazzo
con
Walter Da Pozzo (H) e Francesco Randazzo (J)

musiche a cura e di Calogero Giallanza
coreografie Rossana Veracierta

spazio scenico e regia Francesco Randazzo
«Questa è la mia epoca . Sono perfettamente inserito. A mio agio.
 Mi sento normale» (H)

«Ho sbagliato. Non dovevo liberarti. Io non sono come te»(J)


Doppelgänger è il doppio, il gemello maligno di una persona. Fornisce consigli fuorvianti o maliziosi alla persona di cui ha le sembianze. Può anche, instillare idee nella mente delle sue vittime, provocando confusione. Chi ha visto il proprio doppelganger è condannato ad essere perseguitato da questa parte oscura di sé.

J è un eccellente chirurgo, pervaso da buoni sentimenti, a volte stucchevoli ma agitato nascostamente da ambizioni e sentimenti di rivalsa, come un peccato originale che gli avvelena i giorni.
H è la parte oscura, che si libera grazie a pasticche psicotrope, destinate a eliminare l'inquietudine, ma che inesorabilmente provocano un dissidio ancor più forte, ancor più velenoso.
J è solo con sé stesso, tormentato, sa di valere ma viene annullato dal sistema di potere.
Quando intravede H, libero condizionamenti, ferino, brutale, feroce, l'animale racchiuso nella gabbia della coscienza, si libera, azzanna, uccide, stupra, con facilità e leggerezza, sicuro di sé. L'orrore che suscita nella parte 'buona' ,originaria buona, provoca un duello serrato, spietato,cinico,dissacratorio, in cui il male dispiega le sue armi seduttive e manipolatorie.
H progredisce, si raffina, si trasforma in mezzo di dominio e libido assoluti, perfetta evoluzione che lo rende idealmente e perfettamente inserito e realizzato: J è sempre più debole, i suoi rimossi desideri rendono più forte e potente la sua parte antagonista.
L'apotesosi è il sopravvento dell'oscurità, il suo definitivo trionfo.
J è fagocitato J, le due metà un unico essere, splendidamente oscuro, torbidamente affascinante, orribilmente e naturalmente inserito nel buio e nel caos dell'assenza della coscienza: «È oggi che il buio sorge ad ogni alba / Questo è il tempo del nero caos».

video promo
http://www.vimeo.com/19547698
sito spettacolo
http://www.jehdoppelgangersuite.tk/

Note dell'autore:
La parola "dualismo" è stata usata per la prima volta nel 1700 da Thomas Hyde. Quasi due secoli dopo Robert Louis Stevenson inventa il personaggio di Mr Hyde. Poi Freud e il cinema fanno il resto.
Si sa che Stevenson pippava droghe, come molti del suo tempo. Sigmund invece usava e prescriveva cocaina. Negli stati alterati della coscienza risiedono spazi che l'artista esplora e saccheggia, fertili caverne di creatività. Ma in esse si nascondono anche i mostri del nostro essere maligno, tutto quel che di noi è messo a tacere in catene dalla coscienza, quello che di noi è più bestiale e occulto.
Quando però, come oggi, ciò che altera risiede nell'aria stessa che una società, un'epoca promanano, e mefiticamente manipolano i concetti di bene e male, li ribaltano, mischiano, li plasmano attraverso oscillazioni pericolose dei principi fondamentali, quando la civiltà di un paese diviene quella della sopraffazione, del malaffare, dell'inciucio, del servilismo, allora ciò che prima sorgeva dall'ombra e all'ombra era destinato a tornare, emerge prepotentemente, con voce e forza autonoma, mettendo in un angolo e sopraffacendo il bene, in quanto noioso, inutile, persino deleterio.
J&H è questo. Le variazioni di un discorso pericoloso, che viene da lontano, ma che si sviluppa e risolve, attraverso una perfida ironia, fino allo struggimento della dissoluzione, di un uomo che per essere perfettamente inserito nel suo mondo deve uccidere la parte migliore di sé.
Senza nessun rimpianto. Con un certo sollievo, anzi.


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