giovedì 10 settembre 2009

IN ALTRE PAROLE: Francesco Randazzo e Caryl Churchill


IN ALTRE PAROLE
Rassegna di drammaturgia contemporanea internazionale
IV edizione (a cura di Marco Belocchi e Pino Tierno)


17 Settembre 2009

Teatro Lo Spazio - Via Locri 42/44, Roma

ingresso libero

ore 19:30

Per il bene di tutti
di Francesco Randazzo

Reading

interpreti (in ordine di apparizione) :

Giovanni Carta
Emanuela Trovato
Francesco Sala
Walter Da Pozzo
Silvia Cippitelli
Gianluca Bianchini
Adriano Davi
Annalisa Paolucci

regia:
Francesco Randazzo


Finalista Premio Fondi La Pastora 1996

Vincitore Premio Candoni Arta Terme 1996

Motivazione:
“Per le sue doti espressive emerse da una scrittura asciutta, rapidissima, guizzante, pregnante e di forte realismo, e per la sua essenza di assoluta antiretoricità nel trasmettere un messaggio crudo, libero da moralismi, che guarda con cinica preoccupazione i tempi che verranno.”

*

Persone normali, in un normale paesino di provincia, una provincia al confine. Dall’altra parte gli altri: pericolosi per definizione. Uomini anche loro, come gli abitanti del paese, ma diversi, stranieri e soprattutto indesiderati. Al di là della religione e dell’umana solidarietà, tutti principi validi in teoria e a distanza di sicurezza, tutti nel paese sono d’accordo. E si organizzano. Formano dei gruppi, una piccola ma motivatissima milizia anti immigrati, ronde notturne a guardia della riva del fiume che fa da confine. Determinati a non fare passare nessuno. Ma uno di loro riuscirà a passare e sarà catturato. Che fare? I paesani sono tutti brave persone, persone normali, come se ne incontrano tutti i giorni, dappertutto: casalinghe, negozianti, medici, impiegati, meccanici, studenti. Tutti i nodi dovranno venire al pettine ed ognuno, al di là dei ruoli normali e per bene delle loro piccole vite protette dagli schermi quotidiani, dovrà rivelare l’aspetto più oscuro, le ragioni vere del loro animo e delle loro azioni, affermando l’assolutezza di un principio sbagliato, con buone, sane ragioni: per proteggersi, per non soccombere, per il bene di tutti. Una storia preoccupante, che ci pone di fronte alle nostre piccole colpevoli omissioni di ogni giorno, alle nostre piccole connivenze silenziose, di fronte ai discorsi agghiaccianti della cosiddetta gente per bene...
F.R.


ore 21:30

Sette bambine ebree
di Caryl Churchill
a play for Gaza
Traduzione di Masolino D'Amico

performance a favore di Medical Aid for Palestinians (MAP)


interpreti (in ordine di apparizione) :

Giorgina Cantalini
Clara Costanzo
Rossana Veracierta
Caterina Intelisano
Brunilde Maffucci
Matilde Piana
Rebecca Braccialarghe

regia:
Francesco Randazzo

"Sette bambine ebree" di Caryl Churchill è una breve e folgorante piece, scritta e messa in scena dall'autrice dopo l'ultima devastante campagna militare israeliana a Gaza.
Sette adulti (genitori o familiari) suggeriscono cosa dire ad una bambina. Sette differenti bambine ebree, di epoche differenti. Dall'Olocausto ai fatti di Gaza.
Attraverso la percussività della continua ripetizione conativa "Ditele..." e "Non ditele..." si attraversano la storia e le contraddizioni della coscienza di un popolo, dall'essere vittima alla trasformazione nel suo contrario, in continua alternanza.
La piece ha scatenato reazioni fortissime e opposte. Dall'acclamazione per il coraggio e la forza della denuncia alle accuse di antisemitismo. Non è un opera antisemita, ma sicuramente è antisionista. L'autrice lo è, e di contro ai suoi detrattori, ci sono anche favorevoli opinioni di intellettuali ed artisti ebrei antisionisti.
È un testo controverso e fastidioso. Vuole scuotere, far discutere, mettere in dubbio, avviare pensiero e azione critica. Nasce per questo. Vive per questo. Certamente nel suo risultato finale è un atto d'accusa, ma contro la guerra e la sopraffazione, il calcolo e l'interesse e, soprattutto, ha l'urticante pregio di mettere in evidenza le contraddizioni e le oscillazioni della coscienza di un popolo. Ed è proprio questa linea continua di affermazioni di princìpi e immediati capovolgimenti, di certezze sobillate dal dubbio, di scelte estreme che subito affiorano nella consapevolezza dell'errore che mi sembra il tratto essenziale di questo testo.
Ho dunque immaginato sette donne, tutte madri e figlie, tutte allo stesso tempo mittenti e destinatarie dei brevi monologhi che si sfilano come nella collana di un retaggio che si sfalda e riafferma continuamente, a qualunque costo.
F.R.

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Assistente alla regia:
Annalisa Paolucci

Si ringraziano:
Regina Franceschini Mutini
Associazione La Saletta




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